Ad Alessandria d’Egitto, la città fondata da Alessandro Magno, sorse per iniziativa di Tolomeo II Filadelfo, regnante dal 282 al 246 a.C., un grandioso complesso dotato di due biblioteche, ricche di 700.000 volumi e presto famose in tutta l’antichità, di un osservatorio astronomico, di un orto botanico, di un giardino zoologico e di varie collezioni d’arte. Prese il nome di Museo, cioè casa delle Muse, le dee greche protettrici di tutte le attività intellettuali e artistiche dell’uomo. Il Museo era un vero e proprio centro di ricerca, simile a un’università dei nostri giorni, dove gli scienziati provenienti da tutti i paesi d’Oriente potevano, in piena serenità, dedicarsi liberamente allo studio, alle ricerche personali e alla produzione letteraria e scientifica. Vivevano mantenuti a spese del tesoro reale, senza altro compito che quello di dedicarsi al loro lavoro. Tra gli altri, furono ospiti del Museo i poeti Teocrito di Siracusa (300-240 a.C.), autore degli Idilli, Callimaco di Cirene (310-240 a.C.), che ne fu anche il bibliotecario, autore di elegie, epigrammi, e del poema La chioma di Berenice e Apollonio Rodio (295-215 a.C.), che scrisse il poema epico Argonautiche. Per tre secoli il Museo, la Biblioteca e i loro studiosi fecero di Alessandria la capitale intellettuale del mondo greco.